Sono stata molto assente in questi giorni, essendo stata a Napoli con la scuola (stupenda, a proposito!) e mi scuso. E ora, neanche il mio febbrone di 39,8 riuscirà a fermarmi. Magari non scriverò proprio in italiano, quindi spero che possiate perdonarmi.
Il Progetto Cara Kitty consiste nel presentare delle recensioni del Diario di Anne Frank che saranno condivise sul sito di Un Ponte Per Anne Frank il 12 Giugno, in onore del suo compleanno.
"Associazione UN PONTE per ANNE FRANK: Voi ci rappresentate in Italia! Sono profondamente grato per le vostre iniziative in memoria di mia cugina Anne Frank, per aver deciso di fare qualcosa per migliorare il nostro mondo e per la vostra lotta contro ogni forma di discriminazione."
- Buddy Elias, 2014
Spero che facciate una breve visita al sito Un ponte per Anne Frank (ecco il link), perché così capirete meglio quanto un’associazione possa essere fondamentale per il nostro paese e non solo. Se qualcuno mi segue su Facebook sa quanto io odi ogni forma di discriminazione. Ma quella che è avvenuta durante la seconda guerra mondiale, non è solo questo: è un vero e proprio massacro, qualcosa di tremendo. Come possa essere avvenuto, per me rimane sempre un dubbio. Forse a causa dell’omertà della gente, che ha fatto poco e niente per fermarlo, o forse perché l’uomo, evidentemente, è destinato ad odiare. Ed è sorprendente come una semplice ragazzina possa aver lottato, nel suo piccolo, fino alla fine. Voi penserete: ma in realtà non ha fatto poi molto. Be’, ha continuato a sognare, a credere nell’essere umano, nelle persone, nonostante fossero stati proprio gli uomini ad averle assicurato la morte. Ma soprattutto, ciò che ci resta del suo diario è una testimonianza più che fondamentale: è la storia vissuta in prima persona da una ragazzina, non da un semplice giornale dell’epoca. Molti di voi penseranno “E’ successo molto tempo fa, ricordare è inutile”, ma chi ci assicura che non commetteremo gli stessi errori, se tutto questo venisse dimenticato? Ancora oggi le persone vengono discriminate per la loro religione, per il paese di provenienza, per l’essere disabili, per l’orientamento sessuale. Tutto ciò è già successo, e a quanto pare ancora oggi l’uomo non ha capito. E’ per questo che il Diario di Anne Frank è fondamentale, molto più di un capitolo dei libri scolastici: forse immedesimarsi in quella ragazzina che di male non aveva fatto proprio niente, aiuterà anche i più scettici a capire che in fondo siamo tutti uguali, e che di sicuro non è la religione a dover determinare la vita e la morte di una persona. Dopo settant’anni dalla fine del massacro, ancora la discriminazione è all’ordine del giorno in tutti i paesi del mondo, compresa l’Italia. Magari non è evidente come quella del ‘45, ma credetemi quando vi dico che c’è. Tutto ciò che è avvenuto il secolo scorso ci sembra così distante, come se fossimo separati da un muro, ma se ci pensate non è successo neanche cent’anni fa. Nel 1900, il secolo delle scoperte, è impossibile pensare che la religione fosse un motivo sufficiente per uccidere non una sola persona, bensì milioni e milioni di ebrei, senza contare tutti gli altri morti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Diario di Anne Frank serve proprio a questo, per abbattere questo muro, e questo è lo scopo anche di organizzazione come Un ponte per Anne Frank e le tantissime altre che ci sono nel mondo.
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