Con il caldo di questi giorni una delle cose che preferisco fare è sicuramente rimanere in casa, vegetando sul letto e leggendo un libro. Certo, tutto dipende dal libro in sé: di sicuro preferisco una storia avvincente a una quasi tragica (e non mi riferisco al livello del dramma). Se avete letto le mie recensioni precedenti de Il mio splendido migliore amico e Tra le braccia di Morfeo sapete sicuramente quanto mi siano piaciuti i primi due volumi di questa trilogia. Se non l'avete fatto, non leggetele perché non ne vale neanche la pena, tanto sono delusa.
Titolo: Il segreto della regina rossa
Autrice: A. G. Howard
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 5 Maggio 2016
448 pagine
Dopo essere sopravvissuta al disastroso ballo, Alyssa si sente più coraggiosa che mai ed è decisa, nonostante sia una follia, a salvare i suoi due mondi e le persone che ama. Anche se questo significa sfidare la Regina Rossa su un campo minato da trucchi e astuzie, e anche se l’unico modo per raggiungere il Paese delle Meraviglie, ora che la tana del coniglio è chiusa, è quello di passare attraverso lo specchio, una dimensione parallela popolata da pericolosi mutanti. Con l’aiuto del padre, Alyssa affronta così il viaggio verso il centro della magia e del caos alla ricerca di sua madre. Riuscirà, insieme a Jeb e Morpheus, a salvare il mondo dalla distruzione in cui è intrappolato?
Che dire, non trovo neanche le parole per definire questo scempio tanto sono delusa. Forse sarà colpa mia, avendo aspettato più di un anno per leggerlo, forse mi sono illusa troppo, non lo so. Fatto sta che questo libro, in confronto ai suoi predecessori, mi ha fatto venire la nausea.
Non si tratta solo dei vuoti nella trama, dei personaggi non coerenti a se stessi, semplicemente è il complesso che risulta confuso e insensato. Ma andiamo con ordine.
C'è questa ragazza, Alyssa, con una famiglia con malattie mentali alle spalle, divisa tra due mondi: quello umano e quello del paese delle meraviglie. Dopo una serie di disastri che ha causato, entrambi sono in pericolo, ma non solo: anche i suoi genitori, Jeb e Morpheus rischiano la vita. La trama che nel primo libro mi ha colpito profondamente, che nel secondo risultava confusa, sì, ma comunque ben organizzata, qui... ecco, quando parlavo di tragedia è proprio a questo che mi riferivo. Non solo la narrazione è confusa e fin troppo veloce, ma è anche incoerente a se stessa. Vedete, nei primi due libri Alyssa era una ragazza normalissima, che viene incoronata Regina del paese delle meraviglie e in lotta costantemente con se stessa: la sua metà umana, buona e sognatrice e quella Netherling, oscura e intrigante. Questa lotta le provoca la separazione in due del cuore. Letteralmente (torneremo dopo su questo argomento).
Ma perché dico che la trama è incoerente? Nei primi due libri (sì, li tirerò spesso in ballo da ora in poi) il fulcro della storia era la magia, il paese delle meraviglie, la storia di Alice, arricchita da dettagli come la storia d'amore della protagonista. Ebbene, in questo terzo libro quest'ultima diventa il fulcro di ogni cosa, la trama torna in secondo piano e... non mi è piaciuta questa cosa, anzi, a tratti risulta anche imbarazzante, e sono piuttosto sicura che non fosse questo lo scopo dell'autrice. Vedete, quando un libro viene descritto come fantasy avvincente non è che non mi aspetto una storia d'amore, ma perlomeno vorrei che il fantasy sia in primo piano, proprio come è accaduto nei due libri antecedenti a Il segreto della regina rossa. Sì, le storie d'amore sono necessarie, incuriosiscono il lettore... e se il romanzo fosse rosa posso accettare che siano al centro della trama. Prendiamo, per esempio Twilight, che per dire, a me è piaciuto. Perché è descritto per quello che è: una storia d'amore, tutto il libro è incentrato su questo, il fantasy è solo il contorno della storia. Quando però un libro dovrebbe avere come tema centrale il fantasy, la magia, e invece mi ritrovo la metà e più della trama con i pensieri della protagonista sul triangolo amoroso in cui si ritrova... be', è una delusione. Soprattutto perché, ecco che torno a citarli, nei primi due libri era la magia l'argomento centrale della trama.
Negli Young Adult, direte, è normale avere una storia d'amore come fulcro della narrazione. E sì, lo posso anche accettare. Se non fosse che, come ho già detto, non era così nei primi due libri. Anzi, non li avrei definiti neanche Young Adult quanto libri per ragazzi, anche se mi rendo conto che la differenza è così sottile da risultare quasi inesistente. L'autrice aveva sì basato la narrazione sui temi tipici di un fantasy YA, ma allo stesso tempo li aveva adattati al suo libro. Quest'opera è totalmente diversa, sembra che sia fatta con lo stampino, copiata da uno dei tanti YA che si vedono nelle librerie. Tutto ciò che rendeva unica questa saga sembra essere assente in questo terzo volume.