giovedì 7 aprile 2016

Recensione: L'incastro (im)perfetto di Colleen Hoover

E dopo un mese di assenza, come vi avevo annunciato, sono tornata per millemila recensioni da condividere con voi, alcune riguardanti qualche rilettura, altre, invece, sono delle interessantissime sorprese. Una di esse è proprio L'incastro (im)perfetto, che, nonostante non sia proprio il mio genere, mi ha sorpreso decisamente!
Titolo: L'incastro (im)perfetto
Data di pubblicazione: 24 Settembre 2015
Autrice: Colleen Hoover
Editore: Leggereditore
Prezzo: 12,90 €
352 Pagine
Quando Tate Collins incontra il pilota di linea Miles Archer, sa fin da subito che non potrà trattarsi di amore. A dire il vero, i due non potrebbero nemmeno considerarsi amici, se non fosse che condividono un'innegabile e travolgente attrazione reciproca. Quando scoprono le carte, pensano di aver trovato l'incastro perfetto: lui non cerca l'amore e lei non ha tempo per trovarlo. Cosa c'è di più semplice? L'importante è che Tate si attenga alle uniche due regole che Miles ha imposto: non chiedere mai del passato e non aspettarsi niente dal futuro. Sembra facile, ma non lo è, perché il loro legame si fa sempre più stretto e rispettare i patti per Tate diventa sempre più arduo, fino ad apparirle impossibile. Quella che doveva essere solo una storia di passione travolgente rischia così di trasformarsi in un qualcosa di veramente spiacevole, l'ultima cosa di cui Tate avrebbe bisogno: un amore travagliato e fallimentare.

Nonostante avessi sentito parlare bene, benissimo, di questo libro, non mi ero mai deciso a leggerlo. Non avevo mai visto lo stile della Hoover prima d'ora, e devo dire che mi è piaciuto abbastanza. La storia ruota intorno a Tate e Miles, lei la sorella di un pilota, lui un pilota. Si conoscono grazie a Corbin, il fratello di Tate, con il quale lei condivide, per un periodo, l'appartamento. Non posso dire che mi sia piaciuto il loro primo incontro (Miles era ubriaco fradicio), ma invece mi ha colpito che per la prima volta il protagonista maschile fosse rappresentato come sensibile, umano. Ed infatti Miles mi è piaciuto tantissimo, a mano a mano che andavo avanti con la sua storia (ambientata nel passato, quando lui faceva ancora le superiori) lo capivo sempre di più. Non si tratta del solito bad boy di turno, stereotipato indecentemente per adattarsi ad un pubblico di dodicenni: la sua è una storia profonda, complessa, di fatto ciò che piace a me. Ma se non posso non esprimere il mio amore per Miles, devo condividere con voi il mio odio per Tate. All'inizio ho pensato "che forte questa protagonista!", rimpiangendolo un istante dopo.
"Scusa," borbotto "avevo sete." Miles si gira verso di me e si appoggia con la spalla al frigo, incrociando le braccia al petto. "Non m'interessa se bevi il mio succo, Tate." Oh, wow. Una frase stranamente sexy. [??COSA??] 
La storia ruota (come avrete già capito) intorno alla relazione-non-relazione di Miles e Tate, che in effetti cercano solo sesso, niente romanticismo. E fin qui mi piaceva molto, come idea. Il solito cliché che veniva rivisitato... ma, nel bel mezzo della situazione, ecco che arriva il putiferio! Nonostante entrambi avessero comunicato le loro intenzioni di NON innamorarsi, entrambi falliscono miseramente. Soprattutto Tate. Perché quando Miles capisce di provare qualcosa che vada oltre alla semplice attrazione fisica, lei ne è già innamorata persa. E immaginatemi mentre, e-reader in mano, mi viene voglia di darle uno schiaffo per i suoi atti masochisti. Le condizioni erano ben chiare, entrambi le avevano specificati all'inizio della storia. Tuttavia non riesco ad incolpare Miles per i rifiuti nei confronti di Tate, il suo passato spiega già tutto. Invece punto il dito contro di lei. E' vero, senza il suo essere caparbia non avremmo avuto la storia d'amore tra loro due, ma non sempre un lieto fine è la scelta migliore. Perciò, chiudendo questa immensa parentesi sulla protagonista: un grande "buuuu" per lei. Non mi è piaciuto com'è stata costruita per quanto riguarda personalità, famiglia e azioni.
Parliamo invece di Miles, la quale storia occupa quasi metà della trama. Proprio come in Lo sbaglio più bello della mia vita, la storia si alterna tra passato (PO Miles) e presente. Anche le trame dei due libri sono simili, per certi versi. In realtà, ogni capitolo ci fa desiderare di arrivare al prossimo, io addirittura sono stata tentata anche a saltare quelli dal punto di vista di Tate. Penso che se la storia fosse stata completamente vista dagli occhi di Miles, il libro ci avrebbe guadagnato parecchio. Forse perché la sua parte copre un arco temporale più ampio, anche il personaggio matura tantissimo: lo vediamo passare da un ragazzino delle superiori con tantissimi interessi e domande a un giovane adulto costretto a rinunciare a sogni e speranze fin troppo in fretta. Niente a che vedere con i soliti ragazzi stereotipati dei New Adult, il suo è un personaggio veramente profondo, non il classico ragazzo da sono-complicato-e-profondo-quanto-un-cucchiaino.

Non capisco proprio se a far toppare la resa del personaggio di Tate sia stata l'autrice o ciò che ci si aspetta da libri del genere. In effetti, nei capitoli finali, quando finalmente si rende conto di star soffrendo inutilmente, mi è piaciuta (un pochino). Per le altre duecento pagine, però... nada.
Non penso che il problema sia lo stile della Hoover, però, poiché gli altri personaggi mi sono piaciuti quasi tutti (tranne Corbin. Proprio un grande NO). Ad esempio, ho trovato adorabile e saggio e interessante allo stesso tempo Cap, con il quale Tate fa amicizia in ascensore. Penso che tutti dovrebbero avere un amico del genere.
"Hai mai sentito il detto 'quando la vita ti dà un bidone...'?" "Usalo al meglio? Tipo 'fare di necessità virtù'?" Cap mi guarda e scuote la testa. "Non è così che lo intendo io. Quando la vita ti dà un bidone, vedi di ficcarci dentro chi se lo merita."
C'è una parte di me che vorrebbe dare cinque stelle, subito, a questo libro, solo per Miles. Ma non posso, perché sono onesta e voglio anche essere chiara quando recensisco un libro. Se state cercando un'opera perfetta, non fa per voi. MA, mi sento di consigliarvelo, se state cercando qualcosa un po' più semplice, dove i momenti di profondità e leggerezza si alternano anche abbastanza bene.

Come ho già detto in precedenza, i miei gusti in quanto a letture stanno cambiando. Se l'avessi letto un anno fa, e neanche, probabilmente l'avrei adorato con tutta me stessa. Da quando mi sono avvicinata a blogger, però, cerco di analizzare un libro per intero, e nonostante sia completamente inetta e inesperta, voglio comunque essere onesta con chi leggerà la recensione. L'incastro (im)perfetto mi è piaciuto, perché mentire?, ma mi sarei aspettata qualcosa di più in alcune parti, e l'ho sottovalutato in altre. 
Voto: ☆☆☆

3 commenti:

  1. Ho letto un sacco di recensioni positive su questo libro e alcune negative. L'avevo anche messo in WL ma francamente non so se potrebbe piacermi, dato che non sono un'amante dei new adult...

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  2. Umm.. E io che confidavo nelle recensioni positive per riscattare la Hoover: ora sono in profondo dubbio...

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  3. non conosco questo libro, e per la prima volta ne leggo qui da te... non mi fa impazzire a dire il vero

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