mercoledì 12 ottobre 2016

I MEDICI - STORIA DELLA FAMIGLIA | Blogtour

Salve miei carissimi Honeys!
Oggi vi scrivo perchè sul blog ospiteremo la tappa sulla storia di una delle famiglie più famosa della storia :) Io sono emozionatissima per l'uscita della nuova serie tv, e voi? Insomma c'è Richard Madden *si fa aria con la mano*


Anyways, vi lascio qui sotto il calendario con tutte le tappe del blogtour, per chi volesse continuare a scoprire e seguire con noi la storia dei Medici



Cosa c'è in palio? Due bellissimi segnalibri! Per averli basta seguire poche regole:
  1. Essere lettori fissi di ogni blog
  2. Commentare tutte le tappe del BT
  3. Compilare il form che vi lascio qui sotto 


Per non fare un post troppo lungo e noioso, lo dividerò in tre "sezioni"


  • Come la famiglia acquista importanza 

Dal momento in cui Giovanni di Bicci nel 1413 divenne il finanziatore di Papa Giovanni XXIII, i Medici divennero la più grande ed efficiente organizzazione economica e finanziaria dell'epoca. 
Da qui comincia l'ascesa al potere e al comando di Firenze. Nel 1421 fu eletto Gonfaloniere (gestore della giustizia e custode della bandiera della città)  e istituì il Catasto, una tassa sulle proprietà immobiliari a danno dei più ricchi (e quindi anche di se stesso) ed a favore della Repubblica. Fu con questo atteggiamento demagogico mantenuto anche in seguito che i Medici ottennero, attraverso il consenso popolare e l'uso di accorte strategie, un potere quasi assoluto su Firenze. Il potere della famiglia si consoliderà con il figlio ed erede di Giovanni di Bicci, Cosimo "il vecchio".
Egli ebbe una fortissima personalità, che si rivelò subito anche nel campo degli affari. Dopo aver vissuto per quaranta anni all'ombra del padre verrà esiliato dagli Albizi nel 1433 per motivi politici.
Cosimo si schierò a fianco del popolo contro due guerre e si attirò così le simpatie della città: rientrò trionfalmente nel 1434 e da quel momento assunse il ruolo di arbitro della politica fiorentina. Non fu una dittatura la sua,  pur riuscendo a governare conquistandosi i favori dei ceti popolari e dell'alta borghesia.

Il massimo splendore si ebbe quando alla morte precoce del padre Piero, Lorenzo "il Magnifico" prese il potere, e tra fasti di corte, eventi sportivi di grande mondanità come giostre e cacce, cortei e danze, portò all'apice lo splendore di un’ epoca che resterà unica nella storia e che fu anche ricchissima di contenuti filosofici e morali.
Questa fu la realtà nella quale visse e fece vivere il Magnifico: “una Firenze di sogno”.
Una Firenze che diventò il centro più vivo dell'Umanesimo, dell'età in cui l'uomo, i problemi dell'esistenza terrena,i valori umani prevalsero su quelli trascendentali che avevano dominato durante tutto il Medioevo.


  • Membri più illustri
Tra i personaggi di spicco della famiglia, ricordiamo certamente Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico, Caterina Sforza Medici, papa Leone X.
    •  Cosimo il Vecchio
Uomo politico fiorentino (Firenze 1389 - Careggi 1464), figlio di Giovanni di Bicci. In gioventù, pur dedicandosi alla mercatura, ricoprì anche cariche politiche ed ebbe incarichi diplomatici, ma, considerato il capo dell'opposizione all'oligarchia dominante, fu poi arrestato (1433) e confinato per dieci anni a Padova; essendo stato bandito però il suo avversario Rinaldo degli Albizzi, fu richiamato l'anno dopo in patria, sostenuto dal favore popolare. Divenne allora rapidamente il dominatore della vita politica di Firenze: fece bandire o escludere dai pubblici uffici i suoi nemici (una sua vittima fu Palla Strozzi) e fece salire alle più alte cariche dello stato gli uomini a lui più fedeli; creò, nel 1458, quel Consiglio dei Cento che fu la più sicura salvaguardia del suo potere; si servì della minaccia di rinnovare il catasto, istituito nel 1427, come di valido strumento di controllo sociale, non esitando, al momento opportuno, a colpire i suoi avversarî nelle finanze. Tuttavia, almeno formalmente, non divenne mai vero signore di Firenze, né mai portò agli statuti costituzionali del comune modificazioni decisive. Mentre egli fu capo della politica fiorentina, la repubblica, dapprima alleata con Venezia contro la politica espansionistica di Filippo Maria Visconti, si volse poi all'alleanza con Francesco Sforza, legato da cordiali rapporti personali con Cosimo, e con la Francia
Attivissimo in ogni campo, promosse, con vera competenza, l'agricoltura, incrementò il commercio, anche con disposizioni particolari e con opere pubbliche (notevoli quelle per la navigabilità dell'Arno); diede non solo alla sua casa bancaria, che divenne una delle più potenti d'Europa, ma alla stessa Firenze, una fortuna economica solidissima. Fu splendido protettore di letterati e artisti; fece costruire chiese, cappelle, palazzi e ville (sembra dimostrato che la Badia fiesolana sia stata costruita su suoi disegni); aprì e diede impulso a biblioteche, nel suo palazzo, al convento di S. Marco, alla Badia. L'esaltazione di lui come pater patriae non fu perciò solo ossequio servile alla sua casa.

    • Lorenzo il Magnifico
Figlio (Firenze 1449 - Careggi 1492) di Piero di Cosimo il Vecchio e di Lucrezia Tornabuoni, ebbe presto incarichi politici. Alla morte del padre (2 dic. 1469), accettò "la cura della città e dello stato", pur restando ufficialmente privato cittadino: da quel momento fu il vero signore di Firenze. Le relazioni col papa Sisto IV, buone fino alla guerra di Volterra (1472), voluta per rafforzare l'unità del dominio, finirono col guastarsi, per le mire di Girolamo Riario, nipote del papa, sopra Imola: fu allora che i Pazzi, rivali anche negli affari dei Medici, accordatisi con l'ambizioso Francesco Salviati, arcivescovo di Pisa, e ordita una congiura, consapevole il papa, uccisero in S. Maria del Fiore il 26 apr. 1478 Giuliano de' M. , mentre Lorenzo riuscì a porsi in salvo. La violenta reazione dei Fiorentini mentre Sisto IV lanciava la scomunica contro Lorenzo e l'interdetto contro la
città, si tramutò in piena guerra, con l'appoggio di Venezia e di Milano contro il papa e il suo alleato Ferdinando di Napoli. La situazione, fattasi criticissima per Firenze, fu risolta da Lorenzo che, recatosi personalmente a Napoli, riuscì a staccare dalla lega nemica il re Ferdinando, costringendo così il papa alla pace. 
Il successo gli consentì una nuova modificazione degli statuti con incremento della sua potenza. Iniziò allora in Italia, dove era considerato il capo assoluto dello stato fiorentino, una politica di alleanza, di accordi, di equilibrio, rafforzando la sua posizione col rendersi amiche Lucca, Siena, Perugia e Bologna, ristabilendo una normalità di rapporti con Forlì e Faenza, dopo che ne erano stati uccisi i signori Girolamo Riario e Galeotto Manfredi, e soprattutto coltivando l'amicizia con Napoli. Durante la guerra di Ferrara (1482-84) si alleò con Ercole d'Este, il duca di Milano e il re Ferdinando per frenare le mire espansionistiche del papa e dei Veneziani, partecipando anche, come oratore ufficiale di Firenze, alla dieta di Cremona (febbr. 1483). Quando poi Innocenzo VIII (succeduto nel 1484 a Sisto IV) mosse guerra al re di Napoli, Lorenzo concorse a salvarlo alleandosi con lui. La pace (1486) così instaurata fu riconosciuta gran merito di Lorenzo, il quale costituì "l'ago della bilancia d'Italia", in quanto la potenza politica di Firenze divenne quella determinante l'equilibrio delle forze della penisola. La salute malferma, l'impegno politico, la cura continua degli affari della sua casa, per l'interesse economico della quale il tesoro pubblico finì col confondersi con le finanze private dei Medici, non gli impedirono di partecipare con gusto e fervore a quella vita tipicamente rinascimentale di cultura, di splendori e di feste, della quale in Firenze fu il solerte animatore. Intorno a lui si formò un circolo di poeti, di artisti, di filosofi che egli sovveniva e di cui era amico.

    • Caterina Sforza Medici
Caterina Sforza (Milano, 1463 – Firenze, 28 maggio 1509) fu signora di Imola e contessa di Forlì, prima con il marito Girolamo Riario, poi come reggente del figlio primogenito Ottaviano.
Figlia naturale di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e di Lucrezia Landriani, moglie del cortigiano Gian Piero Landriani, crebbe nella raffinata corte di Milano, che nel XV secolo era ammirata da tutta l'Europa. Si distinse fin da giovane per le azioni coraggiose e temerarie che mise in atto per salvaguardare da chiunque i propri titoli ed onori, così come i propri possedimenti, quando i suoi Stati vennero coinvolti negli antagonismi politici.
Nella vita privata si dedicò a svariate attività, fra le quali primeggiarono gli "experimenti" di alchimia e la caccia. Negli affetti familiari fu un'attenta e amorevole educatrice per i suoi numerosi figli, dei quali solo l'ultimo, il famoso capitano di ventura Giovanni dalle Bande Nere, ereditò dalla madre la passione per le armi e per il comando. Fu piegata, dopo un'eroica resistenza, dalla furia conquistatrice dei Borgia. Imprigionata a Roma, dopo aver riacquistato la libertà, condusse una vita ritirata a Firenze. Negli ultimi anni della sua vita confidò a un frate: «Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo».

    • Papa Leone X
Giovanni era il quartogenito (il secondo figlio maschio) di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini e portò alla corte pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Fu l'ultimo Papa a essere semplice diacono al momento dell'elezione. Giovanni venne destinato fin dall'inizio alla carriera ecclesiastica;a sua tendenza alla conciliazione emerse subito appena eletto. Concesse il perdono ai cardinali che avevano aderito al "conciliabolo di Pisa" dove si era tentato di eleggere un antipapa; perdonò Pompeo Colonna che aveva tentato di provocare un'insurrezione popolare per instaurare una repubblica a Roma; perdonò i congiurati Boscoli e Capponi che avevano complottato contro di lui a Firenze, salvando la vita a Niccolò Machiavelli.
Tra i primi atti del suo pontificato vi fu la riapertura del Concilio ecumenico (27 aprile 1513, apertura della sesta sessione), già iniziato dal suo predecessore. Tra i padri conciliari persistevano molti contrasti; Leone X riuscì a risanarli evitando il pericolo di uno scisma. Il pontefice tenne personalmente la dodicesima ed ultima sessione, il 16 marzo 1517. 
In campo politico non ebbe una posizione ferma poiché in base all'opportunità si schierò dapprima contro la Francia, divenendone successivamente alleato, per poi passare apertamente contro l'Impero.

  • La decadenza 
Dal Seicento il Granducato visse quel periodo di lenta decadenza che contraddistinse tutto il resto della penisola italiana, con la stagnazione dei commerci, le pestilenze, il provincialismo. La casa regnante non solo non seppe porre rimedio a questi problemi, ma anzi ne accelerò l'impatto con un governo mediocre. Fu un'epoca di continue interferenze femminili di reggenti, madri e mogli con matrimoni mai azzeccati, con i granduchi maschi che sembrano aprirsi tutti a una bisessualità sempre meno celata. La madre di Cosimo II, Cristina di Lorena, sua moglie Maria Maddalena d'Austria e la moglie di Ferdinando II, Vittoria della Rovere, diedero vita a specie di matriarcati: influenzate da consiglieri ecclesiastici, diedero vita a uno Stato sempre più marcatamente religioso, con una malintesa severità, che sfociò via via nel conformismo e nella bigotta ipocrisia.
Il resto fu caratterizzato da un'amministrazione sempre più apatica, ormai lontana dalle glorie del passato, come il lungo governo di Cosimo III, sordo alle richieste di un popolo sempre più affamato e in miseria per l'ingiusto gravare delle imposte, alle quali rispose ironicamente con la pompa quasi spagnolesca della corte. Già alla sua epoca si presentò drammaticamente il problema della successione: dei suoi tre figli il maggiore (il Gran Principe Ferdinando) morì di sifilide a cinquant'anni senza eredi, sua sorella Anna Maria Luisa era sterile e suo fratello Gian Gastone era manifestamente omosessuale. Mentre il destino del Granducato di Toscana veniva deciso a tavolino dagli altri sovrani europei, il sipario stava per calare sulla famiglia Medici.
L'ultimo atto della casata fu però degno della loro fama: nel 1737 Anna Maria Luisa stipulò con i nuovi successori, i Lorena (ramo della casa di Asburgo), il cosiddetto "Patto di Famiglia" che stabiliva che essi non potessero trasportare « o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri ».
Questo patto, scrupolosamente rispettato dai nuovi granduchi, permise che Firenze non perdesse nessuna opera d'arte e che non subisse la sorte, ad esempio, di Mantova o di Urbino, che all'estinzione della casata dei Gonzaga o dei Della Rovere erano state letteralmente svuotate dei tesori artistici e culturali. 


E questo è tutto per quanto riguarda il nostro "tour storico"! 
Spero vi sia piaciuto. Personalmente mi sono divertita moltissimo a cercare  informazioni ;) se volete saperne di più, la Newton ha pubblicherà a breve tre libri sull'argomento.
Voi guarderete la serie tv? Fatemi sapere <3 

Buona serata xxx

Nora A.


2 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto! Mi sono sentita trasportata nella storia. I Medici, una delle famiglie più famose della storia e d'Italia. Che dire? Devo leggere qualche libro su di loro, magari cominciando proprio con uno di quelli in uscita con la Newton e menzionati in questo blogtour. E sicuramente guarderò la serie tv; l'ho adocchiata da giugno, quando ho visto per la prima volta la pubblicità.

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  2. Bella tappa! Alcune cose me le ricordavo da quella serie di puntate che l'anno scorso Rai Storia aveva dedicato alle Signorie.
    E ovviamente non mi perderò la serie!

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